La storia Egizia - Antico Regno
Come non c'è stato un taglio netto fra l'epoca eneolitica e le prime
dinastie, non c'è neanche una netta separazione tra queste e l'inizio dell'Antico Regno,
il cui fondatore, Djoser, secondo re della III
dinastia, era figlio di Khasekhemuy, ultimo re della seconda; sono i perfezionamenti
tecnici raggiunti, soprattutto nell'architettura, che permettono di parlare di una nuova
dinastia. L'avvenimento più importante del regno di Djoser, quello che giustifica la
classificazione dell'Antico Regno in un periodo diverso dai precedenti, è lo spostamento
della capitale dalla zona di Abido a Menfi (l'Antico Regno viene a
volte chiamato menfita). È durante il suo regno, probabilmente, che l'amministrazione
reale si complica ed egli si fa perciò affiancare da un aiutante, un primo ministro di
nome Imhotep Da diversi indizi, si sa che Djoser ha continuato l'opera dei re della prima
dinastia, promuovendo azioni militari verso la Nubia e proseguendo una politica che sarà
poi quella di tutti i re dell'Antico Regno, visto che gli egiziani di questo periodo
sembrano essere più preoccupati dai loro confinanti a sud che da quelli a nord-est. Un
testo di epoca tarda fa risalire a lui la prima penetrazione egiziana in Nubia, ma sembra
che già il re Djer (I dinastia) era arrivato fino alla seconda cataratta e quindi il
testo si riferisce probabilmente all'annessione della Nubia più che a una sortita
militare. Un'altra zona molto frequentata dagli egiziani in cui si recò anche Djoser,
come è testimoniato da un'incisione rupestre, era il Sinai, dove c'erano miniere di
pietre preziose, e forse anche di rame, indispensabili all'artigianato e alla religione
egizia.
La IV dinastia è quella dei costruttori delle grandi piramidi e
dovrebbe essere tra quelle su cui si hanno maggiori informazioni e invece l'unico re di
cui si conosce qualcosa e il fondatore, Snofru, figlio di Unis. I monumenti ci sono, perfetti, testimonianza irrefutabile di una
civiltà molto avanzata sia sul piano tecnico che amministrativo, ma prove certe, su
questi aspetti, non esistono.
Un racconto egiziano del Medio Regno svela le origini leggendarie della V dinastia. Vi si narra che la moglie di un sacerdote di Ra avrebbe
concepito con il dio i primi tre faraoni. È certo che il culto del dio solare Ra aveva,
in quest'epoca, un importanza primaria, non solo a causa delle origini della dinastia, che
proveniva da Eliopoli dove il dio era adorato, ma anche perché
il clero di questa città contribuì alla presa del potere da parte della stessa dinastia.
Comunque sia, da quel momento in poi i faraoni assunsero il titolo di figlio di Ra e
l'impronta della religione sulla vita regale si evidenzia già dai nomi dei faraoni, in
cui Ra appare quasi sempre. La religione solare apporta delle modifiche all'architettura
dei numerosi templi che ed è in quest'epoca che furono compilati (se non proprio
composti) i Testi delle Piramidi. Sembra che la V dinastia, per quanto riguarda la
politica estera, fosse più interessata all'Asia, non si sa se perché di lì attaccata o
semplicemente perché voleva estendere la propria influenza in quelle zone. Alcune
spedizioni militari furono condotte nel Sinai, in Asia e in Libia.
Per la VI dinastia si hanno numerose testimonianze dell'attività
di Pepi I, soprattutto decreti per la fondazione di opere pie,
molto importanti per studiare il diritto egiziano in un'epoca cosi antica. Come i suoi
predecessori, Pepi sorveglia la Nubia e ordina numerose spedizioni contro gli asiatici,
anche se sembra che il paese nemico non fu mai occupato, e che l'esercito egiziano vi
compisse soltanto delle incursioni. Durante questo periodo continuò la pacificazione
della Nubia e vennero inviate spedizioni commerciali a Biblo e nel paese di Punt, cioè
lungo la costa africana del Mar Rosso, nella zona dell'attuale Eritrea. Con Pepi II inizia la decadenza dell'Antico Regno forse perché in
vecchiaia (regnò oltre novant'anni!) egli non è più stato in grado di mantenere
l'unità del paese, che, in effetti, si fondava soltanto sulla sua persona.
L'Antico Regno, che termina con la VI dinastia, fu un periodo di grande prosperità per
l'Egitto. Fu l'apogeo della regalità faraonica. Il re viene considerato a tutti gli
effetti dio in terra, per cui lo si teme e gli si obbedisce, e sotto la sua guida sicura,
l'Egitto conosce una prosperità economica che ritroverà solo difficilmente e a
intervalli irregolari. Non esistono molte informazioni circa i contatti esterni che
l'Egitto ebbe in questo periodo, ma il fatto che a Biblo vi fosse un tempio dedicato a
divinità egiziane, indica che i contatti non si sono limitati alla conquista della Nubia,
che resta pur sempre la grande impresa dell'epoca.
Vai a "Storia" |
Webmaster:
Maurizio Lira - mlira@libero.it
Graphics & design: Maurizio Lira Text & lettering: Simonetta Albericci
Tutte le fotografie pubblicate in questo sito sono di proprietà privata ed è vietato
farne uso a fini commerciali.