Pepi I
Nomi: | Pepi, Phios, Piopi Meryra, Horo Merytowe, Neferzahor |
Dinastia: | VI (2350-2200 a.C.) |
Anni di regno: | 53 ( Manetone); 20 (Canone di Torino) [2320-2300 a.C. (Torino)] |
Collocazione storica: | Antico Regno 2700-2200 a.C. |
Storia: L'affermazione della
dinastia e un serio tentativo ci ristabilire l'autorità centrale si devono a Meryra Pepi
(Pepi I) al quale il Canone Regio assegna 20 anni di regno,
mentre Manetone, che trascrive Phios il suo nome, dice che
regnò 53 anni. Pepi I si dimostrò un sovrano energico e un grande costruttore; a Bubastis rimangono le rovine di un santuario eretto da lui, che
intraprese anche la costruzione di un importante edificio a Eliopoli,
il cui dio, sebbene alquanto fuori moda, non era caduto completamente nell'oblio.
Nell'epoca tolemaica il nome di questo stesso sovrano era ricordato nel tempio di Dendera come quello del fondatore. A Ieracompoli
furono scoperte due sue statue di rame, che sono i migliori esemplari di scultura in
metallo rimasti dall'Antico Regno.
L'impressione di grandezza evocata dal nome di Meryra Pepi I non si basa però
sull'imponenza di monumenti, ma sulla grande abbondanza e vasta diffusione delle epigrafi
che lo citano. Altre prove sono il fatto che Menfi prese nome
dalla sua piramide, chiamata Mn-nfr, "(Pepi è) insediato e bello", e che egli
era ancora ricordato con reverenza molti secoli dopo. Una spedizione alla cava di
alabastro di Hatnub reca come data l'anno del venticinquesimo censimento del bestiame che,
essendo allora biennale, equivale al cinquantesimo anno di regno. La medesima iscrizione
rupestre, come pure altre nello Wadi Hammamat, ricorda la sua prima festa del Sed, che
probabilmente fu celebrata nel trentesimo anno del suo regno. Pepi era orgoglioso di
questo avvenimento e lo commemorò su numerosi vasi d'alabastro, ora al Louvre e in altri
musei. Non si è trovata alcuna spiegazione soddisfacente per l'accertato cambiamento del
suo antico prenome Neferzahor in Meryra. Il nome di Horo, Merytowe, "Amato dai Due
Paesi", esprimeva forse una fama a cui realmente ambiva. I suoi matrimoni, certo
consecutivi, con le figlie di un principe ereditario provinciale, forse di Abido, detto Khui, sembrano indicare un'indole modesta; alle due
figlie venne accordato lo stesso titolo, Meryre-ankh-nas, e se dobbiamo credere
all'iscrizione che ricorda questo fatto, una divenne madre del successore di Pepi I,
Merenra,
e l'altra del successore di questi,
Pepi II,
mentre a un terzo figlio Djau fu concesso l'alto ufficio di visir. Questo legame
con le province sembra perfettamente intonato con lo spirito del tempo. Fu Pepi I, non
sappiamo per quali ragioni, probabilmente costretto dalle necessità reali della
situazione, a iniziare la triste politica di accettazione delle più egoistiche richieste
dei nobili provinciali, che segnarono il lento ma inarrestabile sfacelo dello Stato
assolutista, già minato, forse, durante la precedente
V dinastia.
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