XXVII Dinastia
525-404 a.C. (Epoca Tarda)
Manetone fa iniziare la sua XXVII dinastia con la battaglia di Pelusio (525 a.C.),
durante la quale le truppe persiane agli ordini del nuovo imperatore Cambise, figlio di Ciro il Grande,
sbaragliarono l'esercito del faraone Psammetico III.
Il regno di Cambise doveva durare per soli tre anni ancora e tutte le spedizioni da lui
architettate in questo periodo fallirono. Il progetto di un'aggressione contro Cartagine
fu abbandonato perché i Fenici si rifiutarono di combattere contro gente del loro stesso
sangue. Una campagna assai più ambiziosa contro gli Etiopi, cui partecipò Cambise in
persona, si risolse in un completo fallimento per la mancanza di una preparazione adeguata,
mentre un corpo di spedizione, mandato attraverso il deserto nell'oasi dove due secoli
dopo Alessandro Magno avrebbe consultato l'oracolo di Amon (Siua), fu travolto da una
tempesta di sabbia e scomparve. L'ira di Cambise per il fallimento di queste imprese fu
senza limiti e si dice che gli provocasse una crisi di pazzia, ma perlomeno l'Egitto
intero era stato conquistato.
Nel 522 a.C., al ritorno di Cambise in Asia, l'Egitto rimase affidato al satrapo Ariande,
che in seguito fu sospettato d'infedeltà e condannato a morte.
Frattanto il "mago" Gaumata si era fatto credere il vero Smerdi ottenendo un vasto seguito
in tutte le province persiane. I Magi appartenevano a una tribù della Media che aveva
monopolizzato l'esercizio e i segreti della religione. Durante l'assenza di Cambise,
essi avevano preso in mano il governo, installandosi a Susa.
Sulla morte di Cambise si
hanno notizie discordanti; probabilmente il fatto avvenne mentre egli tornava in patria
per combattere contro il pretendente. Il trono passò a Dario I, figlio di Istaspe e
appartenente alla famiglia di Ciro. Durante i suoi trentasei anni di regno (521-486 a.C.)
l'impero persiano fu organizzato con consumata arte di governo, ma si sa relativamente
poco sugli avvenimenti egizi di quel periodo.
Si sa che fece compilare una raccolta di tutte le leggi egizie dagli inizi fino all'anno
44 di Amasis. Fece inoltre completare il canale fra il Nilo e il
Mar Rosso. Neko II era
stato costretto ad abbandonare il progetto, ma Dario non solo riparò il canale in tutta
la sua lunghezza, ma riuscì anche a farvi passare ventiquattro navi cariche di tributi
per la Persia. Dario nel governo dell'Egitto cercò saggiamente di atteggiarsi a faraone
legittimo continuando l'opera dei predecessori saitici.
Per quanto saggio e illuminato fosse il governo di Dario, il suo impero era troppo vasto
per non dare ben presto segni di fragilità. Già nel 499 a.C. insorgevano le città della
Ionia e l'aiuto ad esse prestato da Atene ed Eretria rendeva la guerra fra la Persia e
la Grecia occidentale una semplice questione di tempo. La sensazionale sconfitta di
Artaferne, nipote di Dario, a Maratona (490 a.C.) non poteva non causare gravi
ripercussioni in tutto il Medio Oriente. Gli Egizi si sollevarono nel 486 a.C. e la
ribellione non fu soffocata che nel secondo anno del regno di Serse, succeduto al padre
verso la fine del 486. Serse si avvalse della sovranità sull'Egitto per secondare i propri
piani; prima della battaglia di Salamina (480 a.C.), dove tentò una rivincita sui Greci,
importanti compiti furono affidati a una grossa flotta egizia. A favore dell'Egitto stesso
invece Serse fece poco o nulla.
Ben poco di più si saprebbe sull'Egitto del secolo V a.C. se non ci rimanessero le
testimonianze degli storici greci, che però riguardano solo i rapporti del paese con
Atene. In seguito ai disordini sorti dopo l'assassinio di Serse e l'ascesa al trono di
Artaserse I (465 a.C.), scoppiarono gravi agitazioni nel delta nordoccidentale dove un
certo Inaro, figlio di Psammetico, insorse stabilendo il proprio quartier generale nella
fortezza di Marea, non lontano dalla futura Alessandria.
Durante il primo scontro coi Persiani Inaro ebbe la meglio e l'esercito nemico si ritirò a
Menfi e vi si trincerò.
Il soccorso dalla Persia tardò ad arrivare e Inaro chiese aiuto agli Ateniesi, che in
quel periodo stavano battendosi vittoriosamente contro i Persiani a Cipro. Con il loro
rinforzo i due terzi di Menfi furono catturati, ma il resto resistette finché il generale
persiano Megabizo non respinse gli assedianti e li assediò in un'isola in mezzo alle paludi.
Non fu se non nel 454 a.C. che Megabizo ebbe ragione di loro; Inaro, proditoriamente
consegnato ai Persiani, fu crocifisso. Questo tuttavia non bastò a por fine alla rivolta.
Un capotribù chiamato Amirteo si salvò dalla sconfitta e rimase nell'estrema parte
occidentale del delta, chiedendo a sua volta aiuto agli Ateniesi; un certo numero di navi
partì in suo soccorso, ma la morte del generale greco Cimone, avvenuta a Cipro, le
costrinse a tornare indietro. Poco dopo fu dichiarata la pace tra la Persia e Atene e
questa cessò d'ingerirsi negli affari egizi (449-448 a.C.).
Eccettuato il delta occidentale, adesso la pace regnava in tutto l'Egitto.
Gli stranieri vi erano bene accolti da qualunque paese venissero, specialmente i Greci.
Questi avevano esteso i loro commerci a tal punto, che
Naucratis non poté più mantenere
la sua posizione di monopolio e la sua particolare importanza venne meno. Erodoto compì
il suo viaggio in Egitto poco dopo il 450 a. C..
Senza dubbio ci fu qualche caso di xenofobia, forse anche una rivolta di poca importanza
contro i governanti stranieri, ma, specialmente nell'Alto Egitto, sarebbero occorse
differenze di razza e di religione perché il fermento divampasse in qualcosa di più serio.
Fu quanto accadde nell'isola di Elefantina nel 410 a.C.
Vivevano qui a stretto contatto
gli adoratori di Yahu e i sacerdoti del dio dalla testa d'ariete Khnum. Questi ultimi
approfittarono dell'assenza del satrapo Arsame per corrompere il comandante locale,
Vidaranag, col risultato che il tempio ebraico fu completamente raso al suolo. Vidaranag
fu punito, ma il tempio non venne riedificato per qualche tempo. I papiri aramaici, che
riferiscono questo fatto, contengono anche una petizione inviata a Bagoa, governatore di
Giudea, per ottenere il permesso di ricostruirlo, che alla fine gli fu concesso.
Nei quarant'anni seguenti, che si conclusero con la morte di Dario II (404 a.C.) c'è un vuoto completo per quanto riguarda l'Egitto, che non doveva rientrare sulla scena del Medio Oriente se non dopo l'ascesa al trono di Artaserse II, in mezzo al tumulto degli eventi che la seguirono. Manetone fa terminare a questo punto la XXVII dinastia dei sovrani Persiani.
Elenco dei re della XXVII dinastia
Manetone (Sesto Africano) | Anni | Manetone (Eusebio) | Anni | Date congetturali a.C. |
Cambise | 6 | Cambise | 3 | 525-522 |
Magi | 7 mesi | |||
Dario I | 36 | Dario I | 36 | 521-486 |
Serse | 21 | Serse I | 21 | 486-466 |
Artabano | 7 mesi | |||
Artaserse I | 41 | Artaserse I | 40 | 465-424 |
Serse | 2 mesi | Serse II | 2 mesi | |
Sogdianos | 7 mesi | Sogdianos | 7 mesi | |
Dario II | 19 | Dario II | 19 | 424-404 |
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