Alessandria

Quando il macedone Alessandro prese Menfi, passando lungo il litorale, nell'inverno del 332-331 a. C., diretto a consultare l'oracolo di Amon nell'oasi di Siua, l'isola di Faro si levava rocciosa a meno di due chilometri dalla spiaggia, proteggendo il piccolo borgo egiziano di Rakdet, che era stato una base contro i pirati mediterranei . Il conquistatore giudicò il luogo felicemente situato per erigervi una nuova città. Il che fu fatto secondo i piani dell'architetto Deimocrate di Rodi. Essa divenne in breve tempo la depositaria della nuova cultura ellenistica. Ben consci della sua importanza politica e culturale che era destinata a svolgere nel mondo contemporaneo, i Tolomei fecero in modo che non venisse mai "integrata" al resto del paese, ma che rimanesse come una città esclusivamente greca, non "in" Egitto, bensì "presso" l'Egitto. All'estremità dell'isola di Faro, nel luogo dove è ora il forte di Qaitbai, si ergeva, per centoventi metri d'altezza la torre di Faro, eponima di questo tipo di installazioni ad aiuto della navigazione. Fatta costruire a Socrate di Cido da Tolomeo II Filadelfo e risultante dalla sovrapposizione di tre parti a pianta rispettivamente quadrata, ottagona e tonda, era una delle sette meraviglie del mondo antico. Nel centro della Neapolis vi era il Soma o Sema e il Museo. Il primo era la necropoli dei Tolomei e vi era sepolto il grande Alessandro. Il Museo era un collegio di eruditi filologi. Del museo faceva parte anche la celeberrima biblioteca fondata da Tolomeo II Filadelfo e organizzata da Demetrio di Falero. Sembra che contenesse da quattrocentomila a settecentomila rotoli di papiro. Bruciò quando Giulio Cesare, sbarcato in Egitto con un pugno di legionari, restò assediato nel quartiere dei palazzi. Antonio la ricostruì con trecentomila volumi fatti pervenire da Pergamo e la sistemò nel Serapeo. Che sia stata infine bruciata, alimentando per 183 giorni le caldaie di quattromila bagni, dal conquistatore arabo Amr Ibn el As, quando prese la città dopo 14 mesi d'assedio, è solo una calunniosa leggenda.

Da "Guida alla civiltà dell'Egitto Antico" di Francesco L- Nera, ed. Mondadori

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