XII Dinastia
1991-1786 a.C. (Medio Regno)
La XII dinastia (1991-1786 a. C.) consta, come vedremo, di molti re il
cui nome proprio era Amenemhes (Amenemhat) o Senwosre (Sesostri) per lo più
alternativamente. Sembra accertato che Amenemhe, visir durante la XI
dinastia, non fosse altri che il futuro Ammenemes I, fondatore della XII Dinastia.
C'è da supporre che a un dato momento egli congiurasse contro il suo regale signore e,
forse dopo alcuni anni di disordini, salisse al trono al suo posto. Amenemhe significa
"Amon è di fronte" e quest'allusione al dio Amon
solleva un problema la cui soluzione è tuttora oscura. Fino a quel momento, la divinità
principale del nomo tebano era stata il dio guerriero Mont dalla testa di falco, ma con
l'avvento della nuova dinastia l'antropocefalo dio Amon prevalse rapidamente sul primo.
Egli non tardò a essere identificato con il dio sole Ra e finì per diventare la suprema
divinità nazionale sotto il nome di "Amon-Ra, re degli dei". Secondo una
plausibile teoria Amon era stato importato da Ermopoli, ma già
da tempo s'identificava con il dio itifallico Min,
divinità della natura adorata nel vicino nomo di Copto. Da qualche debole indizio pare
che Amon fosse già noto a Tebe prima della metà della XI
dinastia, cosicché non si può escludere la possibilità che il re che unì il proprio
nome a quello del dio fosse di origine tebana. Certo è, ad ogni modo, che tanto lui
quanto il figlio Senwosre I continuarono a tenere in gran conto Tebe erigendovi i propri
monumenti, sebbene saggiamente adottassero come capitale una località più centrale fra
il delta e l'Alto Egitto. Per le generazioni successive It-towe
("La Dominatrice dei Due Paesi"), nome egizio della nuova capitale, rimase la
residenza reale per eccellenza e non semplicemen-te quella della XII dinastia, anche se la
sua importanza come città declinò dopo la fine del Medio Regno.
Nessun dubbio sulla grandezza di Shetepibra Amenemhe (Ammenemes I), perché senza di lui i
suoi discendenti non avrebbero potuto conservare il trono per due interi secoli. I
numerosi monumenti e i lunghi anni di regno dei singoli sovrani sono segni sicuri della
prosperità e della stabilità politica del paese. Abbondano i templi locali eretti o
ampliati dai re della XII dinastia, sebbene di regola non ne siano rimasti che blocchi
isolati, il resto essendo andato distrutto o rimosso per far luogo a costruzioni di epoca
posteriore. Numerosissime sono le stele private, in particolare quelle trovate ad Abido,
centro di pellegrinaggi perché ritenuto il luogo dove era sepolto il dio Osiride. La maggiore impresa del fondatore della dinastia
fu la riorganizzazione completa del paese. Evidentemente si era stabilito un equilibrio
fra il potere del sovrano e l'orgoglio dei principi, e in questo periodo l'Egitto fu più
che mai uno stato feudale. Tuttavia non mancano prove delle minuziose precauzioni che il
faraone era costretto a prendere per mantenere la propria autorità. Probabilmente
Ammenemes si avvicinava già all'età matura quando sali al trono. Nel ventesimo anno di
regno si associò al governo il figlio maggiore Senwosre I ed entrambi regnarono insieme
per altri dieci anni. Questa prassi fu seguita da tutti i sovrani della dinastia. Questo
però dava luogo a un imbarazzante problema. Se è esatta la teoria abitualmente accettata
della regalità egizia, la natura divina del dio falco Horo discendeva di figlio in figlio
quando il re abbandonava alla sua morte questo attributo per divenire un Osiride. Un atto
di associazione, con il risultato della presenza simultanea di due Horo regnanti, rendeva
assurda questa dottrina, ma nulla prova che gli Egizi abbiano mai sentito qualche scrupolo
al riguardo. In materia di religione la logica non aveva un gran peso, e l'identificazione
e lo sdoppiamento delle divinità aggiungeva un mistico fascino alla teologia.
Per difendersi dalle incursioni degli Asiatici nel delta, durante la XII dinastia, vennero
costruite le "Mura del Sovrano". Si ignora dove si trovassero esattamente queste
mura, ma il fatto di esser state citate più volte nei racconti dell'epoca basta a
sottolineare il pericolo che ancora si temeva da quella parte. Per il momento tuttavia i
rapporti erano generalmente amichevoli. L'impressione generale che se ne ricava è che la
Palestina fosse allora occupata da piccole tribù o comunità governate da principi
locali. Molto più a nord vi sono notevoli indizi di una penetrazione egizia durante il
Medio Regno, e sono presumibili vere e proprie campagne militari per spiegare il gran
numero di oggetti della XII dinastia trovati in Palestina. Due re di Biblo ricevettero
doni preziosi da Ammenemes III e Ammenemes IV rispettivamente, e viceversa a Tod fu
scoperto un ricco tesoro composto di oggetti d'oro, d'argento e lapislazzuli di evidente
fattura mesopotamica o egea, recanti i cartigli di Ammenemes II, probabili doni dei
sovrani di Biblo. Oltre a ciò, vasellame a decorazione policroma di indubbia fattura
cretese è venuto alla luce in contesti urbani della XII dinastia ad Hawara,
nel Fayum e altrove.
Dal Medio Regno in poi la Nubia fu per eccellenza il paese produttore dell'oro. Ma non era
questo l'unico prodotto di cui si andava alla ricerca in quei paraggi: molte altre merci
pregiate provenivano dal Sudan e in gran parte erano acquistate per mezzo di scambi con
gli indigeni, specialmente i Medjayu che abitavano oltre il confine alla seconda
cateratta. E chiaro comunque che un'invasione dal Sud costituiva una perenne minaccia e
che, sebbene le spedizioni nella Bassa Nubia e nelle vicine regioni fossero ormai
frequenti, rimanevano sempre una specie di avventura e non esisteva quasi una vera e
propria colonizzazione. Un papiro enumera ben tredici fortezze fra Elefantina
e Semna all'estremità meridionale della seconda cateratta. Le esigenze degli architetti,
scultori e orefici richiedevano un sempre più intenso sfruttamento dei deserti e dei
territori attorno all'Egitto e, dovunque le rocce lo permettessero, venivano lasciate
iscrizioni a ricordo degli inviati del re. Il "basalto" dello Wadi Hammamat,
l'alabastro di Hatnub e la diorite della regione a nord-ovest di Abu
Simbel erano sfruttati come sempre, mentre lo Wadi el-Hudi continuava a fornire le
ametiste.
Senwosre I aveva rivolto particolari cure alla fertilissima provincia del Fayum,
collocando a Ebgig un misterioso monumento, alto circa quindici metri che è sempre stato
descritto come un obelisco, ma che probabilmente reggeva una statua del re. Durante la XII
dinastia al sistema d'irrigazione vengono apportate notevoli migliorie, è certo che da
allora i dintorni del famoso lago di Meride, nel Faiyum, divennero un ameno luogo di
villeggiatura per i faraoni che qui si dedicavano ai loro svaghi preferiti, la pesca e
l'uccellagione.
Si è notato che dopo il regno di Senwosre III non si trovano più le grandi tombe dei
nomarchi che si trovavano all'inizio della dinastia, probabilmente questo monarca era
riuscito, se non a sopprimere, per lo meno a trasformare radicalmente la struttura feudale
dello stato. In ogni caso è difficile passare sotto silenzio il grande aumento del potere
regale.
La dinastia si estingue con Sebeknofru, che Manetone, probabilmente a ragione, dice
sorella dell'ultimo degli Ammenemes. Il Canone di Torino le assegna tre anni e dieci mesi
di regno, e sebbene ella sia ignorata dalla lista di Abido, in quella di Saqqara è citata
con il prenome di Sebekkara come successore di Ammenemes IV. E' assai verosimile l'ipotesi
di un dissidio familiare dal quale Sebeknofru uscì vittoriosa. Per la seconda volta nella
storia egizia una donna sarebbe dunque riuscita a divenire "sovrana dell'Alto e del
Basso Egitto", ma una situazione così fuor della norma racchiudeva il seme di una
catastrofe. Dopo Sebeknofru, come dopo Nitocris (VI dinastia), seguì una serie di sovrani i cui regni, per quanto ci
è dato sapere, non superano i tre anni ciascuno. Qualunque ne sia stata la causa il
glorioso Medio Regno finì per cadere in sfacelo.
Elenco dei re della XII dinastia
Nelle liste di Abido e Saqqara e nel Canone di Torino, "n°" è la posizione del nome all'interno dell'elenco.
Manetone | Lista di Abido | Lista di Saqqara | Canone di Torino | |||||
Nome | anni | Nome | n° | Nome | n° | Nome | n° | anni |
Ammenemes | 16 | Shetepibra | 59 | Shetepibra | 39 | Shetepibra | 5.20 | [2]9 |
Sesonchosis | 46 | Kheperkara | 60 | Kheperkara | 40 | Kheperkara | 5.21 | 45 |
Ammanemes | 38 | Nubkaura | 61 | Nubkaura | 41 | Nubkaura | [5.22] | 30 |
Sesostris | 48 | Khakheperra | 62 | Khakheperra | 42 | Khakheperra | [5.23] | 19 |
Khakaura | 63 | Khakaura | 43 | Khakaura | [5.24] | 30 | ||
Lachares | 8 | Nemara | 64 | Nemara | 44 | Nemara | [5.25] | 40 |
Ameres | 8 | |||||||
Ammenemes | 8 | Makherura | 65 | Makherura | 45 | Makherura | 6.1 | 9a 3m 27g |
Scemiophris | 4 | Sebekkara | 46 | Sebeknofrura | 6.2 | 3a 10m 24g |
Sui monumenti, con i loro prenomi Horo sono rappresentati solo i seguenti faraoni:
Prenome Horo | Prenome | Nome |
Wehammeswe | Shetepibra | Amenemhe |
Ankhmeswe | Kheperkara | Senwosre |
Hekenemma | Nubkaura | Amenemhe |
Seshemutowe | Khakheperra | Senwosre |
Netjerkhepru | Khakaura | Senwosre |
Abau | Nemara | Amenemhe |
Kheperkhepru | Makherura | Amenemhe |
Meretra | Sebekkara | Sebeknofru |
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