Ermopoli
L'ogdoade, il gruppo degli otto, fu una delle più importanti elaborazioni cosmologico-teologiche del pensiero religioso egiziano, tanto da rivaleggiare con l'enneade eliopolitana. Essa è frutto del clero di Ermopoli, uno dei più importanti luoghi di culto del paese. La città, capoluogo di nomo, si chiamava Khemenu (città degli otto) e il sito è l'attuale el Ashmunein, sulla sinistra del Nilo. Veneratissimo vi era Thot, dio di salute e saggezza, patrono degli scribi, poi identificato con Ermes, da cui il nome di Ermopoli. In età ellenistica e romana, la città continuò a essere importante e l'Ermes di Ermopoli era noto come Ermete Trismegisto (tre volte grande), da allora maestro di alchimisti e iniziati. Due cinocefali o babbuini, ricostruiti da frammenti dei quattro colossali fatti erigere da Amenhotep III, vegliano oggi il complicato campo di rovine, nel quale più che le vestigia del tempio di Thot, cui il babbuini era sacro, o di un tempio di Sethi II, dai bassorilievi ancora in buono stato di conservazione, spicca l'agorà greco-romana. Le numerose colonne di granito rosso, molte delle quali sono state rialzate da terra, e i portici coprono un'area considerevole.
Da "Guida alla civiltà dell'Egitto Antico" di Francesco L- Nera, ed. Mondadori
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