XXI Dinastia
1078-945 a.C. (Terzo Periodo Intermedio)
Per tutto il secolo XI e quelli precedenti l'era cristiana il
fondamentale dualismo della terra dei faraoni si manifestò in modo nuovo e inatteso. Due
capitali distinte si dividevano ormai il governo dell'Egitto, Tebe
a sud e Tanis a nord; e, strano a dirsi, le relazioni fra le due
metà del paese erano amichevoli e procedevano in uno spirito di collaborazione. Per il
momento il trono era vacante. L'assenza di un faraone non poteva esser tollerata a lungo,
e Nesbanebded non tardò a far valere i suoi diritti. Il suo nome significa "Colui
che appartiene all'Ariete di Djedé" e Djedé è l'importante città al centro del
delta chiamata Mendés dai Greci. Manetone pone a capo della sua
XXI dinastia dei sette sovrani di Tanis, Smendes, una pronuncia di Nesbanebded che coglie
abbastanza nel segno. Smendes, come originario di Djede, non può aver avuto alcun diritto
personale al trono, e pare ovvio che egli dovesse il titolo regale non solo al suo forte
carattere, ma anche alla moglie Tentamun; evidentemente fu questa donna l'anello di
congiunzione fra Tebe e Tanis. Sotto Smendes in Egitto riprese una certa attività
edilizia, con restauri e nuove costruzioni, segno di grande potere.
Non esistono prove che lo stesso potere avessero i suoi successori i cui monumenti rimasti
nel Medio e Alto Egitto si limitano a qualche testimonianza in un tempietto di Iside ai
piedi della Grande Piramide, a una cappella costruita da Siamun
a Menfi e ad alcuni oggetti insignificanti trovati ad Abido. Tuttavia è certo che essi si consideravano i soli faraoni
legittimi, e tali furono considerati anche dai posteri. Il nome di Tebe non ricorre più
negli elenchi di dinastie di Manetone e tutte le date trovate nelle epigrafi si
riferiscono evidentemente ai regni taniti.
I sovrani non ambivano più a esser sepolti a Biban el-Muluk, e gli
scavi archeologici a Tanis hanno riportato alla luce le tombe di Psusennes I e di
Amenemope, rispettivamente secondo e terzo re della XXI dinastia, tralasciando Neferkara,
il cui regno fu probabilmente effimero. Questi sepolcri comunque sono delle costruzioni
misere e modeste se paragonati alle grandi tombe sotterranee a occidente di Tebe, per non
citare le imponenti piramidi dei tempi più antichi.
A Tebe il modello di governo lasciato in eredità da Hrihor ai suoi discendenti fu mantenuto con pochi mutamenti. Alla morte di Smendes, come a quella di Hrihor, infatti nulla cambiò in Egitto; egli lasciò il suo potere a Psusennes I, il quale, non avendo figli, diede in sposa sua figlia Makara, che, secondo l'uso egiziano, deteneva il diritto al trono, al figlio di Piankhi, che era sempre grande sacerdote di Amon e manteneva il potere in Alto Egitto. Il figlio di Piankhi, Pinudjem I, ereditò dunque il potere al sud grazie a suo padre, e al nord grazie a sua moglie e, quando salì al trono, sembrò che l'unità egiziana potesse essere nuovamente assicurata. Pinudjem tentò, resistendo al nord, di mantenere la sua autorità al sud nominando il suo figlio maggiore grande sacerdote di Amon ma, alla morte del figlio, scoppiò la rivolta a Tebe. Il faraone nominòa allora il suo secondo figlio alla testa del clero a Tebe, ma questi, Menkheperra, si impadronì del potere per i suoi fini, facendo così naufragare una volta per tutte i sogni paterni. L'alto sacerdozio a Tebe fu quindi successivamente ricoperto da Piankhi, Pinudjem I, Masaherta, Menkheperra e Pinudjem II, passando di padre in figlio eccettuato nel caso di Menkheperra, fratello del suo predecessore. Insieme al titolo sacerdotale questi pontefici assumevano quello di "Gran Comandante dell'Esercito" o "Gran Comandante dell'Esercito di tutto il paese", chiaro indizio dell'instabile situazione dell'Egitto; i titoli di "Visir" o di "Figlio del re di Cush" erano aggiunti talvolta, probabilmente solo in ossequio alla tradizione. Durante questo periodo il solo dei grandi sacerdoti di Amon-Ra che rivendicò il diritto a esser considerato faraone fu Pinudjem I, il quale adottò prenome e nome regali; ma anche nel suo caso questi compaiono raramente iscritti in un cartiglio nei documenti dell'epoca. Se le località citate sono da prendersi alla lettera, se ne dedurrebbe che l'influenza tebana si estendeva a nord fino al Medio Egitto, fatto che trova una conferma a El-Hiba, dove alcuni mattoni recano il nome dei grandi sacerdoti Pinudjem I e Menkheperra.
Mentre la sequenza dei sacerdoti tebani e i reciproci rapporti di parentela sono stati stabiliti con certezza, questo non è stato possibile per i sovrani di Tanis. Per i primi quattro si può probabilmente accettare l'ordine di successione fornito da Manetone: Smendes, Psusennes, Nephercheres e Amenaophthis ma il quinto nome, Osochor, è forse preso a prestito dalla XXII dinastia, mentre il successivo, Psinaches, non è stato individuato in alcun geroglifico. A questo punto comunque va inserito Siamun, il faraone che pose i suggelli al grande "nascondiglio" di Deir el-Bahri, e del quale si sa che regnò diciassette anni: Alla fine della dinastia Manetone nomina un secondo Psusennes, e questo è confermato dai monumenti. Si è, però, talvolta supposta l'esistenza di un terzo Psusennes, da non confondersi col secondo. La cronologia della XXI dinastia è ancor più controversa che non l'ordine di successione dei suoi monarchi. Sesto Africano attribuisce 26 anni di regno a Smendes, 46 a Psusennes I, 14 a Psusennes II, e periodi molto più brevi agli altri; ma le fonti più antiche tacciono su tutti e tre i regni. D'altro canto, un pezzo di lino ora smarrito recava la data dell'anno 49 di Amenemope, cosa estremamente improbabile, poiché la tomba di Tanis, in cui la mummia di questo sovrano era stata deposta in origine, è descritta come una delle più modeste, per nulla paragonabile a quella vicina appartenuta a Psusennes I. Non si hanno sincronismi che possano aiutarci a stabilire la durata di questo periodo, ma difficilmente si può abbassare la cifra totale di 130 anni data da Manetone senza sconvolgere il quadro cronologico generale ritenuto valido.
Fu durante la XXI dinastia che i sacerdoti di Amon predisposero quello che ai giorni nostri viene comunemente chiamato "nascondiglio di Deir el-Bahri". Ammonticchiati in questo modesto sepolcro furono trovati sarcofagi, mummie, e vari arredi funebri, portati là dopo lunghe peregrinazioni dai successori di Hrihor. Quasi subito dopo i funerali, i potenti re delle dinastie che vanno dalla XVIII alla XX rimanevano esposti a violazioni e furti da parte dei rapaci abitanti della necropoli tebana, e fu solo in un ultimo disperato tentativo di porre fine a questi atti sacrileghi che intervennero i gran sacerdoti della XXI dinastia. Ormai potevano farlo con piena fiducia nella riuscita in quanto gli ornamenti d'oro e gli altri oggetti preziosi erano già da tempo scomparsi e ben poco rimaneva da salvare oltre alle bare e alle salme. Gli studiosi di storia poterono così avere il privilegio di posare lo sguardo sulle fattezze reali di guerrieri famosi come Tuthmosi III e Sethi I. Oltre alle mummie di nove re furono scoperte quelle di numerose regine, di qualche principe e personaggi minori. Su alcune bare e sui bendaggi delle mummie, sigilli in caratteri ieratici rivelavano la data dell'inumazione e i nomi delle autorità che l'avevano predisposta. Più importanti da un punto di vista strettamente storico erano i sarcofagi intatti di gran sacerdoti della XXI dinastia e delle loro donne. Fra le ultime salme sepolte erano quelle di Pinudjem II e di sua moglie Neskhons. Dopo di loro, nel decimo anno di regno del sovrano tanita Siamun, il "nascondiglio" fu sigillato, ma fu poi riaperto sotto il regno di Shoshenk I per seppellirvi un sacerdote di Amon di nome Djedptahefronkh.
Elenco dei re della XXI dinastia (secondo Manetone)
Nome | Prenome e Nome | Data più arretrata | Date congetturali a.C. |
Smendes | Hedjkheperra-setpenra Nesbanebded-meramun | 26 | 1078-1043 |
Psusennes I | Akheperra-setpenamun Psibkhaemne-meramun | 46 | 1043-997 |
Nephercheres | Neferkara-hekawise Amenemnesu-meramun | 4 | 997-993 |
Amenophthis | Usimara-setpenamun Amenemope-meramun | 9 | 993-984 |
Osochor | Non identificato | 6 | 984-978 |
Psinaches | Non identificato | 9 | 978-959 |
Psusennes II | Titkheprura-setpenra Psibkhaemne-meramun | 14 | 959-945 |
A questa dinastia appartiene sicuramente anche:
Siamun | Nutekheperra-setpenamun Siamun-meramun | 17 | 978-959 ? |
Vai a "Storia" |
Webmaster:
Maurizio Lira - mlira@libero.it
Graphics & design: Maurizio Lira Text & lettering: Simonetta Albericci
Tutte le fotografie pubblicate in questo sito sono di proprietà privata ed è vietato
farne uso a fini commerciali.