Saqqara, mastabe dei dignitari
Il termine mastaba deriva da una parola araba che indica il banco di fango seccato che serve da sedile davanti alle case dei contadini egiziani. La sovrastruttura, che è un nucleo di muratura a pianta rettangolare, rivestito di calcare e con le pareti leggermente inclinate verso l'interno, vagamente assomigliante a quei banchi. Ma tale sovrastruttura è sita sopra ed intorno all'imboccatura di un pozzo scavato nella roccia che conduce alla camera sotterranea, in cui era depositato il sarcofago. Una nicchia nella parete orientale della struttura fuori terra - in fondo alla quale la falsaporta (ovvero la raffigurazione in pietra di una porta) costituiva il punto di comunicazione tra il mondo dei vivi e quello dei morti - era il luogo di deposizione delle offerte. Il repertorio iconografico dipinto sulle pareti è alquanto vario: il titolare in caccia; mentre sorveglia i vasi di unguento trascinati su slitte nei quartieri delle donne; mentre assiste alla sfilata delle offerte, a giostre sull'acqua, al censimento del bestiame, alla macellazione. Una delle mastabe più famose è quella di Mereruka, un grosso personaggio che svolse compiti diversi sotto alcuni re della VI dinastia. La moglie era "figlia reale e sacerdotessa di Hathor"; la sua mastaba, di 32 stanze, con appartamenti per tre destinatari, lo stesso Mereruka, la moglie e il figlio è la più complessa fra quelle del Regno antico; si ripetono le scene di tutte le altre sepolture, ma per esempio nella pesca si usano l'esca, le nasse e una rete tirata da 18 pescatori.
Da "Guida alla civiltà dell'Egitto Antico" di Francesco L- Nera, ed. Mondadori
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