Colossi di Memnone

I due famosi colossi, che oggi si alzano fra i campi, sono le due statue che fiancheggiavano l'ingresso del tempio funerario di Amenhotep III, oggi quasi completamente scomparso. Rappresentano entrambi il re seduto, con ai lati, di proporzioni ben più piccole, due donne, la madre Mutemuia e la "grande sposa" Teie. Memnone è un personaggio omerico; figlio dell'Aurora, re etiope, accorse in aiuto di Troia e perì sotto le sue mura per mano di Achille. Nell'immaginazione dei visitatori di età classica, l'eroe, raffigurato nella statua spezzata dal terremoto, salutava la madre con quel suono "come di corde di cetra che si spezzassero. La cosa è stata spiegata con la presenza, nella quarzite in cui è intagliata la statua, di cristalli, i quali in un certo qual modo si assestassero in seguito alla differenza di temperatura, veramente notevole in quella zona, tra la notte ed il giorno" (Barocas). Fra i personaggi classici visitò il sito anche l'imperatore Adriano; altri incisero iscrizioni greche e latine nella parte inferiore del monumento. Un altro imperatore, Settimio Severo, volle provvedere al restauro della parte superiore della statua, ma allora il sorprendente fenomeno cessò di ripetersi.

Da "Guida alla civiltà dell'Egitto Antico" di Francesco L- Nera, ed. Mondadori

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