La storia Egizia - Tavoletta di Narmer
Le scene raffigurate sulla tavoletta, chiare per il loro stesso contenuto, non richiedono lunghi commenti, ma due particolari sono troppo interessanti per essere passati sotto silenzio. A destra della figura di Narmer col braccio alzato a colpire il nemico che tiene afferrato per il ciuffo, c'è un misterioso gruppo di emblemi riuniti a formare un tutto unico. È chiaro che in quel tempo non si era ancora in grado di scrivere una frase completa, tutt'al più si poteva rappresentare un gruppo di figure che lo spettatore avrebbe poi tradotto in parole. È evidente che il falco Horo rappresenta Narmer stesso, e la corda che tiene fra gli artigli, legata alla testa di un barbuto nemico, non richiede commenti. L'oggetto a forma di cuscino cilindrico dal quale sporge il capo del prigioniero ne rappresenta ovviamente il paese, e si ritiene che i sei steli di papiro nascenti dal cilindro indichino il Basso Egitto, di cui questa pianta era il simbolo. Pertanto il complesso disegno significherebbe:
Il dio falco Horo (cioè Narmer) conduce prigionieri gli abitanti del paese del papiro.Non è forse eccesso di fantasia interpretare la sorta di stemma scolpito nella parte mediana del verso come un simbolo dell'unione delle due metà dell'Egitto; a lato di ognuno dei felini dal lungo collo un uomo barbuto sembra trattenerli dal combattere. Al di sopra Narmer, in veste di re del Basso Egitto, ispeziona i frutti delle sue conquiste; di fronte a lui sono gli stendardi dei suoi alleati e c'è una nave che pare averlo portato là dove giacciono ancora i nemici decapitati. Si può quindi ritenere che questa tavoletta votiva, splendida per concezione e fattura, commemori gli avvenimenti sui quali poggia la fama di Menes come fondatore della monarchia faraonica.
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